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Green New Deal - Un programma dalle giuste premesse per un’economia pulita e competitiva

26 Febbraio 2020
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Si chiama Green New Deal, il nuovo grande progetto dell’Unione Europea per la sostenibilità ambientale: è fonte di ispirazione per i paesi membri UE e vuole gettare le basi per la neutralità climatica entro il 2050.

In questo articolo gli obiettivi del nuovo ed ambizioso programma presentato dall’UE pochi mesi fa a cui, però, sono già state fatte aspre critiche. 

Cos’è il Green New Deal?

Il Green New Deal è il programma presentato dal nuovo Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, nel dicembre 2019 in visione di un mondo meno inquinato, climaticamente stabile ed un’economia competitiva per tutti i Paesi Membri. 

Per la prima volta al mondo viene proposta una legge con obiettivo “neutralità climatica entro il 2050” per tutta l’Europa: ciò significa trovare quell’equilibrio che consente di produrre una quantità di anidride carbonica non superiore alla quantità che si è in grado di riassorbire.

Sono diverse le politiche di attuazione messe in campo economico e tecnologico dalla Commissione Europea e che intendono migliorare il benessere delle persone con particolare riguardo all’ecosistema, al cittadino e alle imprese, “senza lasciare nessuno indietro”.

 

 

Gli obiettivi del Green New Deal

Per una migliore comprensione riportiamo di seguito gli obiettivi che si è posta l’UE quando si è fatta carico della missione di salvaguardia del clima e dell’ambiente:

  1. Diventare climaticamente neutra entro il 2050;
  2. Salvaguardare il benessere di vite umane, animali e piante riducendo l’inquinamento;
  3. Supportare le imprese a competere e accedere ad una economia sostenibile stabile;
  4. Contribuire a una transizione verde che includa anche i meno avvantaggiati;

 

 

Fonte: sito ufficiale dell’Unione Europea, https://ec.europa.eu/info/index_it.

Quali settori coinvolge il Green New Deal?

Energia
Con una quota di emissioni di CO2 pari al 75% è tra i settori maggiormente responsabili dell’inquinamento. Il primo obiettivo dell’UE sarà quello di decarbonizzare il settore dell’energia.

Edifici
Un altro obiettivo dell’UE è quello di supportare il settore edile che compromette il benessere ambientale per il 40% di emissioni. Si prevede di guidare e sostenere i cittadini nel risparmio dell’energia e adattare gli edifici a livello strutturale in orientamento ad una maggiore  efficienza.

Industria
Per l’UE risulta essenziale supportare il settore industriale nell’accesso ad un’economia verde.

Mobilità
Responsabile del 25% di emissioni di CO2 il settore della mobilità dovrà subire una trasformazione secondo l’UE che intende introdurre forme di trasporto privato e pubblico più economiche e più sostenibili.

Investimenti
Tra le proposte messe sul banco dall’Unione Europea per progredire ad un sistema economico che non sia nocivo per l’ambiente ma che sia inclusivo anche per i più svantaggiati, vi è un investimento di 1.000 miliardi di euro per il prossimo decennio.

L’investimento verrà in sostegno a tutti i Paesi Membri per iniziare la transizione economica, e perseguire tutti gli obiettivi di cooperazione, condivisione e modernizzazione.

Critiche e perplessità: un Green New Deal davvero efficace? 

Per quanto il programma ponga sul banco tutte le premesse per una svolta definitiva ad un'economia a “emissioni zero” finalmente stabile e competitiva, ha comunque riscosso aspre critiche

Ad aver esposto una forte critica al Green New Deal sono l’ex Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis e David Adler, leader del movimento politico paneuropeo DiEM25 (Democracy in Europe Movement 2025).
I due economisti sono coautori di un articolo dedicato al programma, recentemente pubblicato sul quotidiano inglese “The Guardian”.

Le polemiche sollevate contro l’UE riguardano le direttive esposte nel programma: sono considerate inadeguate e insufficienti per raggiungere gli obiettivi climatici.
Il Green New Deal viene criticato come tentativo di greenwashing, cioè sistema orientato a ripulire l’immagine istituzionale col fine di ottenere sostegno e partecipazione. 

Nel dettaglio, si critica il programma come privo dei presupposti per una reale transizione ad un’economia verde: nello specifico i due economisti ritengono che gli sforzi economici in esso descritti sono limitati e inefficaci per trasformare il sistema e non orientati a preservarlo.

Per la precisione secondo Varoufakis e Adler, l’investimento da 1000 miliardi di euro non è sufficiente a supportare le azioni e gli impegni presi.
Per incentivare il cambiamento, infatti, saranno necessari almeno altri 260 miliardi di euro all’anno tra investimenti pubblici e privati (è una cifra già valutata dall’UE per ottenere una più ampia partecipazione da parte dei paesi).
Inoltre per i due autori si tratta semplicemente di un rimescolamento di finanziamenti europei già previsti, per cui gli investimenti per così dire “nuovi” ammontano, a conti fatti, a circa 7,5 miliardi.
I finanziamenti “netti” e che dovrebbero supportare la transizione ad una Green Economy, risultano essere quantitativamente inferiori rispetto a quelli destinati ad altri progetti, come per esempio quelli per il settore del gas (29 miliardi).

Per quanto riguarda, infine, gli investimenti destinati ai Paesi Membri per l’abbandono delle fonti fossili, secondo i due politici, non sarebbe altro che una leva per sostenere finanziariamente i governi di centrodestra (come per esempio Ungheria e Polonia), grandi potenze del carbone e ritenute quindi potenzialmente di ostacolo al Green New Deal.

La soluzione contenuta nel Blueprint for Europe’s Just Transition, programma alternativo ideato dal DiEM25 per tagliare le emissioni, propone invece come azione concreta ed efficace un investimento del 5% del PIL europeo

L’unico modo, a detta dei suoi rappresentanti, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 è quello di scommettere su un programma più democratico incentrato sulla diffusione e condivisione delle energie rinnovabili.

Green New Deal - Prossimi passi

Il Green New Deal recentemente proposto dalla Commissione Europea, ha obiettivi senz'altro condivisibili, ma restano da capire quali modalità e quali azioni specifiche intenda adottare per poterli raggiungere.
È difficile capire se i 1000 miliardi di euro previsti siano solo uno slogan o se si concretizzeranno nelle comunità. 

Sarà quindi importante monitorare come questa pianificazione sarà calata sui singoli Stati Membri ed attuata poi dalle istituzioni.
Ad ogni modo accogliamo favorevolmente l'entusiasmo e la strategia del Green New Deal e attendiamo l'arrivo delle prossime iniziative previste per l'anno in corso: dalla legge sul clima alla strategia per la mobilità sostenibile.

 

 

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